Monday, June 16, 2008

Il Successo delle Donne

Leggo su Italians sempre piu' interventi sulle recenti polemiche sul lavoro femminile. I ministri dicono che ci vogliono pari opportunita', che ci vuole il part time, che ci vuole questo e quest'altro. Secondo me il problema e' piu' profondo: e' come viene misurato il successo delle donne.

Se tu misuri una donna con i parametri di un uomo, allora se sta casa e' "solo" una mamma, se lavora ma non sta con i figli allora e' una mamma degenere, e se fa un po' entrambi e' una che non sa fare bene ne l'uno ne' l'altro. A me onestamente questa categorizzazione mi sta un po' sulle balle. Cerchiamo di misurare generi diversi con metri diversi e ci perdiamo le cose migliori. In particolare ci rimettiamo noi, con i nostri sensi di colpa e/o le nostre ambizioni personali frustrate.

Io con questo concetto ci combatto da anni, e la cosa piu' difficile e' cercare un metro di misura che vada bene per me e che misuri il MIO successo. Poi per carita', il resto della gente continua a giudicarti in un modo o nell'altro, ma ci deve essere uno spazio in cui io almeno mi sento di successo, e in cui magari le altre donne se la piantano di giudicarmi.

Siamo un genere diviso che preferisce sltarsi alla gola invece che essere solidale. Non riusciamo a organizzarci per scrollarci di dosso i nostri sensi di colpa, e reagiamo solo puntando il dito contro chi, come noi, fa fatica a gestirsi la vita. Fingiamo di essere felici in una scelta o nell'altra stando strette in entrambe, e senza riuscire a trovare un modo per bilanciare chi siamo e dove dobbiamo andare.

Una collega ingegnere che si e' sposata solo a 40 anni mi ha raccontato che fino a che non ha avuto 30 anni, tutti le dicevano brava, una donna ingegnere, indipendente, di successo, che brava, wow. Appena passati i 30 anni, che fosse un'ing di successo non bastava piu': tutti adesso le dicevano, brava, eh, un'ingegnere, ma come mai non sei sposata, non hai figli? La sua storia mi e' rimasta impressa, come tutti si aspettassero da lei diverse cose a seconda della sua eta'. E' da allora che io, nel mio piccolo, mi ribello. Non xche' non mi interessi quello che dicono gli altri, perche' alla fine cerchi di persuaderti che non conta solo finche' sei una ragazzina, perche' conta eccome e ti influenza la vita. Ma cerco di parlare ad altre donne e a capire come mai siamo cosi' disposte, invece che ribellarci a una metrica che ci condanna al fallimento, a tagliarci la gola a vicenda pur di sopravvivere in un ambiente che di femminile non ha proprio nulla...

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